Le fake news sfruttano strategie di comunicazione subdole che si basano sul modo in cui il nostro cervello elabora le informazioni e prende decisioni. Il nostro cervello è infatti progettato per risparmiare energia e semplificare i processi decisionali, il che ci porta ad affidare la maggior parte delle nostre scelte a scorciatoie cognitive chiamate bias.
Due di questi bias sono particolarmente rilevanti:
Bias di conferma: la tendenza a cercare, interpretare e ricordare informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti, ignorando o minimizzando quelle che le contraddicono. Questo ci fa vivere in una “bolla informativa”, dove ogni notizia che leggiamo sembra darci ragione.
Esempio pratico: un utente che crede che i vaccini siano pericolosi è più incline a condividere e credere a notizie false che rafforzano questo pensiero, anche se le informazioni sono prive di fondamento scientifico.
Effetto di veridicità illusoria: sentire un’informazione più volte, anche se falsa, aumenta la probabilità che essa venga percepita come vera. In altre parole, se sentiamo una cosa diverse volte, iniziamo a credere che sia vera.
Esempio pratico: durante le elezioni politiche, i candidati spesso usano slogan che associano l’avversario a concetti negativi (“debole”, “incompetente”). Anche se queste affermazioni non sono supportate dai fatti, ripeterle rende questi aggettivi più credibili.
Ma perché alcune fake news diventano virali mentre altre si perdono nel mare delle informazioni? La risposta è semplice ed è da rintracciare nel contenuto emotivo e nel fattore sorpresa. La diffusione delle fake news non è dettata dalla veridicità dei fatti, ma dalla capacità di suscitare una reazione emotiva forte e immediata. Quando una notizia genera rabbia, paura o sorpresa, siamo più propensi a condividerla, a ricordarla meglio, a parlarne con altre persone e a prenderla per vera senza verificarne la fonte.
Un caso emblematico è stata la fake news diffusa qualche anno fa, secondo cui l'acqua calda fosse in grado di “uccidere” il virus del COVID-19 nel tratto respiratorio. Questo mito si è diffuso rapidamente sui social media, sostenendo che bere acqua calda potesse eliminare il virus prima che raggiungesse i polmoni. Nonostante la comunità scientifica avesse smentito questa affermazione, l'informazione è stata condivisa da moltissime persone. Perché è successo?
Diventare consapevoli dei bias cognitivi è il primo passo per proteggersi dalle fake news. Ecco alcune strategie pratiche che possiamo adottare:
Vediamo alcuni esempi reali di come le fake news hanno influenzato l’opinione pubblica:
Le fake news non sono semplicemente informazioni errate che circolano online; sono strumenti costruiti per sfruttare le vulnerabilità cognitive dell'essere umano e influenzare il pensiero collettivo. Comprendere i meccanismi psicologici che ne determinano la diffusione e l'impatto, è essenziale per sviluppare una capacità di discernimento che ci permetta di navigare con occhio attento in un contesto informativo complesso. Solo così possiamo adottare un approccio più critico e consapevole, prevenendo la diffusione di falsità e preservando l'integrità del nostro giudizio.